La soglia minima dei nostri sensi

La fiamma di una candela a distanza di 48 km, il ticchettio di un orologio a distanza di 6 metri, un cucchiaino di zucchero in 7 litri d’acqua, una goccia di profumo in sei stanze, l’ala di una mosca che cade su una guancia da circa 1 cm….. tutti i nostri sensi hanno una sensibilità minima, sveliamola insieme

I nostri cinque sensi riescono a percepire una luce, un sapore, un rumore, un contatto, un profumo fino ad un livello minimo, oltre non percepisce più nulla. Come possiamo sfruttare questa apparente debolezza a nostro vantaggio?

Le soglie minime dei nostri sensi

Quelle frasi che ho detto ad inizio puntata e che vedi nella parte iniziale dell’articolo sono appunto le soglie (non sogliole!) minime di percezione.

Questi esperimenti sono molto importanti per andare a migliorare la usabilità di alcuni strumenti (soprattutto quando parliamo di stimoli sonori e visivi) pensate ad esempio al ticchettio delle frecce che sentiamo quando guidiamo.
Se non lo sentissimo sarebbe un problema però molto spesso lo diamo per scontato. Non è così immediata la scelta del volume che deve possedere tale rumore perché ci sarà chi lo sente benissimo e chi non lo sente affatto!
Un problema simile si presenta quando ad una conferenza organizzata in uno spazio provvisorio vogliamo essere certi che la nostra voce sia udibile in modo accettabile da parte di tutti oppure la luminosità di una luce di emergenza o di una insegna che deve essere facilmente percepibile da parte di tutti senza però dare fastidio ai più sensibili.

Il segnale ed il rumore

Trovo interessante parlarti anche del concetto di segnale e di rumore.
Il
segnale
E’ la parte di riferimento importante di una data informazione.
Se ti sto dicendo qualcosa, il messaggio che io sto cercando di trasmetterti è il segnale.
Il rumore
E’ la parte di informazione non importante ai fini del messaggio.
Il rumore dal punto di vista acustico dipende sempre da cosa noi consideriamo messaggio, in alcuni casi può essere il frastuono che fa una macchina ma potrebbe anche essere una conversazione di una persona al nostro fianco.
Urge un esempio:
Parlo con un mio amico e suona il mio telefono:
la voce del mio amico è il segnale, la suoneria del mio telefono è rumore
Rispondo al telefono e parlo con mio padre ma il mio amico continua a parlarmi
la voce del mio amico ora è rumore, mentre la voce di mio padre al telefono è il segnale.

Concetto di segnale e rumore applicato alla cucina

Dopo questa definizione facciamo un passetto in più nel ragionamento:
Quando noi mangiamo una pietanza possiamo pensare all’ingrediente principale (quello che effettivamente ci interessa mangiare) come al segnale ed a tutti gli ingredienti di contorno come rumore.
Quante volte ci capita di comprare un piatto pronto e leggendo gli ingredienti scopriamo che oltre all’ingrediente principale (quello che vorremmo mangiare) ci sono moltissimi altri ingredienti?
Possiamo definire tutti quegli ingredienti come RUMORE, alla fin fine noi interessano gli ingredienti principali e non tutto il rumore.
Ecco che tutti i concetti di acustica ci vengono in aiuto perché il rumore deve essere molto poco per permetterci di assaporare al meglio il segnale.

Quando compriamo un piatto pronto c’è poco da fare, a parte magari scegliere il piatto pronto che abbia meno ingredienti possibili.
Ma quando siamo noi a cucinare un piatto ricordiamoci di questo concetto acustico.

Non cadiamo nell’illusione di pensare che un piatto sia più buono tanto più ci aggiungiamo ingredienti e condimenti!
in tal modo stiamo solo aggiungendo rumore e perdiamo segnale, cioè tradotto in parole povere, il piatto perde d’identità ed ho sbrodolato troppo!
Aggiungere rumore infatti viene usato anche come metodo di criptazione, ma in quel caso chi riceve il messaggio sa anche come togliere il rumore aggiunto e recupera il segnale originale. Nella cucina questo ovviamente non è possibile.

La risonanza stocastica

In alcuni casi un po’ di condimento non guasta e valorizza il nostro piatto rendendolo migliore; ma quindi un po’ di rumore potrebbe migliorare il segnale?
Evidentemente si, ed è confermato anche in acustica dal concetto di risonanza stocastica dove un segnale debole se “arricchito” da un rumore bianco (che normalmente definiremmo come rumore) riesce ad essere molto più comprensibile.

Soglia minima ed assuefazione / abitudine

Se entriamo in una stanza e c’è un forte odore, sappiamo bene che poi ci abituiamo a quell’odore e dopo un po’ non lo sentiremo più.
Questo succede per un semplice motivo evoluzionistico, se continuassimo a non sentire quel forte odore potremmo non sentire altri odori importanti che magari ci segnalano dei pericoli. Quindi ci assuefaremo all’odore di quel luogo in modo da poter sentire anche altri odori.

La stessa cosa ci succede con i rumori, entriamo in un locale con forte musica, dopo un po’ che siamo li dentro decidiamo di uscire e l’esterno, benchè magari abbia molte persone che parlano tra loro, ci sembrerò quasi silenzioso!

Idem per la vista: entriamo in una grotta molto buia, inizialmente non vedremo nulla, poi via via che ci abituiamo al buio inizieremo a vedere. Se poi usciamo dalla grotta saremmo abbagliati dalla forte luce presente all’esterno.

Idem per la percezione della velocità: se andiamo a 150 km/h e poi abbastanza velocemente rallentiamo ad 80 km/h ci sembrerà di essere quasi fermi!

Usiamo la soglia minima a nostro vantaggio!

Come possiamo usare tutto quello che abbiamo imparato per mangiare meglio?
Possiamo utilizzare i principi della soglia minima per togliere poco per volta lo zucchero e il sale dalle bevande e dai cibi.
Togliendone poco per volta non ci accorgeremo della differenza al giorno attuale.
Se quindi rendiamo questo cambiamento così graduale che neanche il corpo si accorge riusciamo a raggiungere dei risultati a lungo termine sorprendenti

Risultati legati a cambiamenti che non potrebbero avvenire in un singolo giorno.
Oggi se rimettessi l’intera bustina di zucchero nel caffè non riuscirei a berlo e mi stupirei di quanto lo zuccherassi.

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Fonti e riferimenti

Riferimenti per le ricerche da Atkinson & Hilgard’s – Introduzione alla psicologia, ed. Piccin
Sulla risonanza stocastica:Le scienze –  Stack exchange, signal processing
Immagine di copertina da pixabay
Suoni SFX della puntata da Freesound.org
Grazie ad Alessandro Meneghini per la sigla iniziale e finale

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